“[..]  Next City, NEXT…    prossimo, è così che Leonardo Pappone in arte Leopapp ha voluto intitolare le ultime sue creazioni. Come a voler dare alla sua arte nel rinnovarsi il senso della continuità, nell’elemento distintivo che ti fa riconoscere immediatamente nei suoi lavori l’evoluzione, nei materiali, nello sviluppo grafico e nei colori. La città diventa rarefatta, si eleva, quasi lievita fino a cancellarne l’orizzonte.

Quando l’ho conosciuto, prestava servizio come ufficiale nella Guardia di Finanza e non praticava la pittura. Mi fece vedere un suo quadro fatto da ragazzo che raffigurava il volto di una giovane donna. Subito riconobbi in quel piccolo dipinto un talento. Immaturo forse e con poca esperienza ma di sicuro talento. Non passò molto che Leonardo riprese la sua passione, quella che lo riconduceva al dono che aveva. La pittura. I suoi nuovi lavori erano assai diversi da quel volto di giovane donna, si immergevano in quella che è la giungla della nostra società. La City. I suoi fabbricati sono verticali, geometrici, confusi, illuminati, bui. Nei suoi quadri un percorso fatto di sensazione, di attualità, di speranza e paure. Il filo conduttore del suo lavoro lo porta, almeno fin ora, a non distaccarsi da essa, anzi a studiarla, a sviscerarla, scandagliarla. In maniera che potrebbe sembrare ripetitiva, quasi ossessiva. Invece il continuo utilizzo di nuovi materiali, colori, formati lo portano ad un continuo rinnovarsi pur rimanendo fedele a sé stesso. Nei materiali utilizzati, come la juta recuperata dai sacchi di caffè o i cartoncini d’auguri della Guardia di Finanza, piuttosto che i cartoni da imballaggio, assolve al quel compito di riciclo che la nostra società ci impone ma che ci vede ancora incapaci di adempiere.

Next City dunque. Quale sarà la prossima Città come sarà. La storia darà torto o ragione ma l’arte sarà sempre lì a coglierne i mutamenti e testimoniarne le emozioni e di certo Leopapp né sarà sicuro protagonista ”.